In Sicilia con WHISKY CLUB ITALIA, le nuove proposte per il Sud Italia: Lo abbiamo chiesto a Claudio Riva


 

Sono trascorse poche settimane, eppure l’irremovibile ricordo della “tre giorni con Whisky Club Italia” in Sicilia riecheggia ancora.

Un piccolo tour siciliano avuto luogo tra Catania e Messina, in perfetta sinergia e con la voglia di approfondire il settore Scotch Whisky, un master di due giorni pensato per appassionati e per professionisti.

“Ho avuto il piacere di condividere degustazioni, serate a tema e un master. Tutti eventi sold-out, tanti nuovi amici, applausi a chi si è fatto ore di strada. La scoperta di un territorio che sta coltivando da anni la passione per il whisky – grazie alle tante iniziative promosse da Ramon Noto, da Giuseppe Cucinotta, da Valeria Guarnera, e dai ragazzi di Oliva.Co. Fantastici poi il fuori onda di Ramon Noto, quando era il momento di tirare un po’ il fiato saltava sempre fuori da sotto il banco un qualche indimenticabile dram, in improvvisato abbinamento a prodotti del territorio. Quei formaggi!”

Così ha replicato Claudio Riva nel Blog di Whisky Club Italia.

Ma facciamo un passo indietro: Il club nasce dalla spinta propulsiva di Claudio Riva, inarrestabile divulgatore e grande conoscitore della Scozia, già noto per diverse iniziative tra cui il fan club
I Love Laphroaig e per essere il vero propulsore della web community SingleMaltWhisky.it.
Il club oggi conta ben 23.000 iscritti e si conferma in Italia il più solido punto di riferimento per tutti i veri amanti del distillato nobile. Ne abbiamo già fatta menzione su www.drinkology.it  poiché non possiamo che essere fedeli seguaci e partecipanti dei tanti eventi organizzati dal Sud al Nord Italia.

Ma cosa ci ha portati fin qui? E perché il Sud Italia è diventato così recettivo al passo che sta tenendo oggi il whisky sulla scena italiana?

La risposta è nello spirito stesso che anima Whisky Club Italia e che noi sentiamo in perfetta linea con il nostro modo di vivere e concepire un settore fino ad oggi considerato esclusivamente di nicchia ed elitario! Il focus rimane quello di consolidare ed espandere la rete di appassionati includendo ed estendendo il tutto ai professionisti del settore dalle grandi potenzialità, tal quale quella dell’Italia che si conferma oggi patrimonio di selezionatori e imbottigliatori indipendenti, tutti da far conoscere anche fuori dai confini del Bel Paese.

E via allora con quella che possiamo definire una prova tecnica di Whisky Week Sicilia:


Gli incontri hanno avuto luogo a Catania e Messina, nelle giornate del 20 e 21 marzo 2023, una vera full immersion in cui Claudio ci ha deliziati e arricchiti con nozioni tecniche sulla storia, stili diversi del whisky nel mondo, con non meno importanti cenni alla torba di Scozia, passando per il meraviglioso mondo delle botti, il tutto a suon di 6 degustazioni diverse per giornata, nella magnifica cornice dei locali di fine ‘800 della Dimora De Mauro.

Tocca fare un ringraziamento speciale e di cuore ai ragazzi di Oliva.Co, Vanessa Vecchio, Alexa Vaiasicca e Carmelo Buda, e non da meno i ragazzi di Crudo Messina, quindi Giuseppe Cucinotta – barmanager e grande appassionato di distillati –  che ci hanno permesso di vivere un momento esperienziale a suon di whisky pairing con una selezione di formaggi un po’ inedita ma che ha certamente divertito Claudio Riva il quale ha smesso di parlare ad orari improponibili.

Eccoli in sequenza per voi:
Makers Mark – Tumminaro
Laphroaig – Edelpilz Bergadenilt.
Segretario di Stato – Taleggio
Glenmorangie – Primiticcio
Bushmills – Piacentino ennese

Concludiamo con una piccola intervista di Valeria Guarnera a Claudio Riva.
(Se siete abbastanza curiosi – e vi consigliamo di esserlo – non perdetevela!)

V: “Claudio, vogliamo sapere la tua in merito alle possibilità di sviluppare un percorso ben strutturato circa il territorio del “Mediterraneo”; pensi che i tempi siano maturi per una Whisky Week che coinvolga il Sud Italia? Da siciliana ovviamente penso a Catania e Palermo, due città che nella mia regione sono in grande spolvero, almeno come primo interesse verso questo distillato e con cui abbiamo iniziato a lavorare.

C: “Dopo Como, Treviso e Firenze, la prossima tappa della Whisky Week sarà con molta probabilità nel Sud Italia. La Sicilia è molto in fermento anche se registra un piccolo ritardo rispetto a Puglia e Campania, dove la scena dei professionisti che lavorano in modo saggio il distillato ha qualche anno in più di storia. Molto facile che la Sicilia diventi la seconda tappa, nel 2024, e che la scelta venga fatta – come hai indicato – tra Catania e Palermo“.

V: Mi faresti un esempio di cosa porteresti in tutte le città realmente interessate al whisky e cosa, invece, cambieresti?

C: La conoscenza del mondo del whisky è spesso ancora limitata ai messaggi di marketing delle grandi aziende impostati negli anni 90. Per dare visibilità e contenuti agli artigiani del bere bisogna portare conoscenza di prodotto, una visione indipendente verso il distillato, e svecchiare tanto il messaggio; lasciando sempre il distillato al centro della conversazione. L’abbinamento con il cibo può aiutare, perché permette un approccio più facile all’assaggio. L’Italia è piena di opportunità, penso sempre ai formaggi come un veicolo meraviglioso che riesca a catturare l’attenzione anche di chi non cerca un approccio frontale con il distillato. Sempre meno masterclass, sempre più convivialità. Così come la miscelazione, ci siamo abituati a chiedere quale gin e quale tonica usare per il nostro G&T, quando arriviamo ai grandi classici della miscelazione a base whisky nessun professionista chiede “ma con quale whisky lo vuoi” e nessun consumatore esprime dei desideri. Questo cambierà già nei prossimi anni.

Claudio Riva alla conquista della Sicilia

V: Mi sposto su un argomento a te caro, Whisky e cibo. Qui più che una domanda è una proposta. È arrivato il momento di dare una marcia in più al pairing. Quali sono i tuoi abbinamenti preferiti? Sono allo studio novità, magari legate proprio alla cucina delle città che verranno coinvolte nelle prossime week di Whisky Club Italia?

C: Non è solo pairing, che funziona bene – come ho già scritto – durante la degustazione. Il distillato è un prodotto gastronomico, il whisky è spesso associato ad una bevuta liscia, dopo cena, nei sempre più rari momenti di relax. E invece funziona maledettamente bene a tavola.  Abbiamo smesso di fare cene scozzesi con improbabili haggis prodotti su suolo italiano già da tempo, abbiamo avviato quasi 10 anni fa il percorso whisky gourmet e abbiamo fatto cena a tema con praticamente ogni tipo di menu, dal pesce di lago sino alla selvaggina. Grande curiosità, grandi complimenti e desiderio di provare nuove esperienze. Ci sono sempre più chef e ristoratori che desiderano farsi coinvolgere e a loro diamo sempre la prima parola, scelgono il menu a cui proponiamo i nostri abbinamenti, ma lasciamo ad ogni commensale la possibilità di dire la propria. Sempre l’esperienza di abbinamento è personale e non inquadrabile in regole da panel test.

Questa è la vera energia in pillole, la magia che il whisky è in grado di trasmettere, perché come dico sempre, il whisky è convivialità e benessere da condividere, e se il lavoro è di quadra ne usciremo sempre vincenti!

Slàinte…


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