La pizza è indiscutibilmente uno dei trionfi italiani nel settore food…Ormai rinomata per versatilità e capacità di mettere d’accordo tutti. Negli ultimi anni si è prestata a grandi ed innovative evoluzioni: pizza a più strati, pizza condita con frutta esotica, pizza con basi diverse ed impasti qualitativamente adatti alle esigenze di chi soffre di intolleranze alimentari, persino la pizza gourmet -per i palati più raffinati e le occasioni più eleganti- la pizza mantiene la sua pole position regalandoci tutte le volte un aspetto sempre rinnovato con caratteristiche vincenti senza mai passare di moda.
Ma siamo davvero sicuri che valga la pena tralasciare la scelta della bevanda “giusta” da abbinare alla nostra pizza? Spesso facciamo fatica ad abbandonare quelle abitudini un po’ stereotipate che tanto si sono radicate nel modo di intendere e concepire il cibo e le sue associazioni. In realtà la scelta consapevole e diversificata quando decidiamo di abbinare un tipo di food al drink fa la differenza su più fronti: permette anzitutto di migliorare quelli che sono i meccanismi fisiologici della digestione, regalando contestualmente nuove esperienze sensoriali che incoraggiano il piacere di sperimentare nuove combo “cucite su misura” per ognuno di noi, rispettandone il profilo personale (gusto, cultura, abitudini) e soprattutto quello più salutare!
E allora COSA BERE QUANDO GUSTIAMO LA NOSTRA PIZZA PREFERITA?
Indubbiamente la scelta è più vasta di quanto si possa credere, ma cercherò di concentrarmi sugli abbinamenti più semplici e facilmente reperibili, come il vino (rosso, bianco, rosato) una vasta gamma di bollicine (dallo champagne come un Franciacorta o Trentodoc, con prevalenza di Pinot Nero) fino al Prosecco o alcuni spumanti tipici del Sud e dulcis in fundo -perché non osare?- qualche long drink con base whisky o altro distillato di preferenza.
La birra, pur essendo, una delle bevande alcoliche più popolari in tutto il mondo, si adatta meno all’associazione con prodotti da forno proprio perché viene prodotta a partire dalla saccarificazione dell’amido e dalla fermentazione dello zucchero risultante. Questa bevanda, che è anche la terza al mondo più consumata dopo l’acqua e il tè, viene prodotta con malto d’orzo o frumento maltato, aromatizzata con il luppolo, erbe o frutta, se abbinata ad un pasto a base di farine e lieviti rallenta la digestione a causa di una produzione ipergastrica dell’organismo.
NEL DETTAGLIO
Per quel che concerne le classiche pizze con una base di pomodoro, si consiglia un abbinamento con un vino rosato fresco e fermo, uno spumante rosé, o ancora un bianco secco e armonico. Da non trascurare i rossi morbidi ma corposi. Divieto per i vini molto acidi o tannici poiché acidificherebbero ulteriormente il ph nell’ambiente gastrico, dando poi vita ad episodi di reflusso tanto indesiderati!
Va comunque specificato che nessuno vuol dare il via ad una “caccia alle streghe” demonizzando la birra in ogni suo impiego, perché bevuta lontana dai pasti o in associazione a cibi dal profilo molecolare compatibile può regalare ottimi benefici e diventare un piccolo toccasana da inserire nella nostra routine alimentare.
La birra contiene due sostanze in grado di attivare il recettore musacarinico dell’ormone acetilcolina, responsabile della motilità gastrointestinale. Inoltre se proprio non si vuole rinunciare alla più nota combo di pizza e birra, è buona norma fare delle distinzioni tra le varie tipologie di birra in commercio su cui far ricadere la scelta.
La birra può essere artigianale (non filtrata) o pastorizzata (o cruda): La prima viene prodotta in piccoli birrifici privi di strumentazioni sofisticate, di conseguenza godremo di un prodotto poco trattato e maggiormente legato alle tradizioni di produzione più antiche (vecchie ricette, metodi di fabbricazione come nel passato) alla vista più corposo e torbido e dall’aspetto più naturale e vivo. Queste sono quelle birre che, al contrario di quelle sottoposte a processi di filtrazione, non perdono molte delle sostanze organolettiche e nutritive naturalmente presenti, conservando un sapore più sano e genuino. Sono -tra tutte- quelle con più elevato coefficiente di digeribilità.
La birra pastorizzata, invece, subisce un trattamento per cui le elevate temperature distruggono gli enzimi e i microorganismi residui. In genere, dopo la fase della fermentazione, la birra viene pastorizzata per permettere tempi più lunghi di conservazione. Quella non fermentata è la più ricca in cellule di lievito e si presenta più torbida e con depositi sul fondo.
Tornando alle proposte di abbinamenti con la pizza, ne abbiamo per tutti i gusti davvero…persino per gli incalliti amanti dei distillati:
Possiamo immaginare una pizza senza base di salsa al pomodoro, ma arricchita da formaggi cremosi anche semi stagionati, degli affettati come crudo o speck, salmone o carpacci affumicati vari, pasteggiando con un intramontabile whisky and soda, un fresco gin tonic, o un long drink che non contenga troppi elementi miscelati tra loro.
I più informati e amanti del whisky sanno bene che ci sono delle apparenti analogie con i componenti della birra. Nessuno replica il contrario, sappiamo bene che questo nobile distillato è composto da 3 elementi (sempre) ovvero: orzo (o altro cereale) acqua e lieviti. Io per correttezza aggiungo anche il fattore tempo che non guasta mai! E’ un distillato ottenuto dalla fermentazione e successiva distillazione del cereale selezionato (ubicazione geografica) che viene fatto germinare e trasformato in malto, successivamente invecchiato in botti.
Va da se pensare che c’è una grande somiglianza con la birra, ma in realtà il motivo per cui è consigliato bere un whisky (come dram liscio o in versione long drink) è l’assenza di amido, presente in generose concentrazioni nella birra. Meno tecnicamente la birra possiede carboidrati che si vanno poi a sommare a quelli presenti nella pizza, il whisky no! Stesso discorso se la vostra scelta ricade su un cocktail con gin o vodka. Nella procedura di distillazione si perdono molti antinutrienti dannosi per l’organismo, tra cui proteine come il glutine e altre sostanze che concorrono a rallentare i processi digestivi così come accade bevendo la birra durante il pasto.
PICCOLE CURIOSITA’ DALLA STORIA
Il whisky è un distillato antico e famoso in tutto il mondo, i primi resoconti di distillazione risalgono al 15° secolo, quando prese il nome di “acqua vitae” che letteralmente significa acqua della vita. Venne utilizzato anche come moneta durante la Rivoluzione Americana e persino durante il proibizionismo degli anni 20, il whisky fu l’unica bevanda alcolica consentita previa prescrizione medica.
Farà molto piacere alle donne (ma non solo) sapere che questo distillato, consumato in moderate quantità, è un naturale dispensatore di antiossidanti, un valido aiuto per la circolazione sanguigna per la presenza di alcol, e capace di migliorare il profilo digestivo. Ma soprattutto il whisky, come anche il gin o altro distillato preferito, non contiene carboidrati, quindi non influenza i livelli di zucchero nel sangue, diversamente da quanto accade con la birra -in moderate quantità è consentito anche ai diabetici e celiaci- grazie all’inibizione delle lipoproteine a bassa densità.
Ancora un cenno sul ruolo dei lieviti e perché è preferibile un drink con distillati alla birra:
Ogni master distiller apprezza il ruolo funzionale del lievito nei processi produttivi di un whisky, poichè, terminata la fase della fermentazione in presenza di ossigeno, si passa a quella della distillazione, per cui quando tutto l’ossigeno sarà esaurito, entra in gioco il ruolo chiave del lievito scelto, che convertirà tutto lo zucchero presente in alcol.
Per concludere, una breve carrellata di esempi validi per cui mangiare una pizza accompagnata da un buon vino:
- Pizza marinara o con verdure senza formaggi con Barbera D’Asti
- Pizza quattro stagioni e Sangiovese di Puglia
- Pizza con materie prime piccanti e Amarone della Vapolicella
- Pizza con carni o insaccati e cime di rapa e un bel Bonarda
- Pizza con soli formaggi e pepe nero con Spumante Brut o Prosecco
- Pizze con pomodoro e mozzarella e Chardonnay
Brut o ProseccoBuon appetito e buona scelta soprattutto!