A distanza di due secoli torna in Sicilia il distillato della canna da zucchero con “Avola Rum”


Anche se solitamente siamo abituati a pensare al rum come come un prodotto tipico dei luoghi caraibici e tropicali, in realtà è nella Sicilia sud-orientale che arriva il primo RUM di succo puro della canna da zucchero. Non tutti sanno che ad Avola (SR) si coltivava già storicamente la canna da zucchero, e che il prodotto distillato veniva consumato dai nobili delle casate siciliane. Dagli arabi in poi, la produzione dello zucchero crebbe notevolmente ma, tra il Seicento e L’Ottocento fu mantenuta solo ad Avola, interrompendosi  per poi sparire dall’intera isola intorno alla prima metà del novecento, e ripresa in vita oggi con Avola Rum.
Ecco come il primo rum 100% di origine siciliana -nato circa 16 anni fa nella mente di Corrado Bellia, imprenditore e direttore del Consorzio Mandorla di Avola-  ha contribuito al recupero di una delle più antiche produzioni del territorio siciliano. Ed è proprio in occasione di questo momento storico per la Sicilia, che ha avuto luogo un’incontro in loco, che si è svolto attraverso una presentazione del prodotto e del territorio, attraverso una presentazione della piantagione “madre” del prodotto locale, passando poi per i metodi di raccolta e spremitura, fino alla degustazione del succo e della canna da zucchero stessa. Molti i commenti positivi tra i presenti alla degustazione di Avola Rum, tra cui quelli di Leonardo pinto -esperto di Rum e consulente del mercato dello stesso-
di Giovanni La Fauci, mastro distillatore siciliano che porta aventi il nome di una generazione nel settore da quasi mezzo secolo,  ancora Marco Graziano -direttore presso “Leviedelrum.it”- ed altri esperti agronomi e docenti universitari presenti.

 

Avola Rum è un distillato ottenuto dal puro succo della canna da zucchero, ma non viene definito “agricole” in etichetta poiché questa nomenclatura è riferibile solo ai rhum provenienti e realizzati in territorio francese e nella regione autonoma di Madeira. Il distillato fermenta dai 4 ai 10 giorni, in rame, con metodo discontinuo. La distillazione avviene presso la Distilleria Giovi, nei pressi di Messina, in attività già da oltre 40 anni. Dopo qualche mese di riposo, viene imbottigliato al 52%.  Punto di forza di questo rum è proprio la distilleria sopra citata, nota per i suoi metodi impeccabili e la  sensazione  di familiarità che “si respira” all’interno dell’azienda.

Curiosità e tecniche di distillazione a “casa Giovi”…
Grazie alla complementarietà tra il produttore Corrado e l’esperienza del mastro distillatore Giovanni La Fauci con il figlio Giuseppe, è stata ripresa una parte saliente della storia e tradizione della Sicilia, e rimessa oggi in gioco a pieni titoli.
L’idea di distillare e realizzare un prodotto alcolico, si instilla in Giovanni da giovanissimo. Inizia a costruire gli alambicchi da sé, divenendo così un costruttore di caldaie e alambicchi personali, che gli permisero di lasciare la sua impronta nelle distillate previste. Sono tuttora presenti all’interno della distilleria i primi “attrezzi del mestiere” (come un piccolo museo a cielo aperto) che il mastro distillatore conserva gelosamente e orgogliosamente come parte integrante della sua azienda.
I metodi di distillazione della Distilleria Giovi sono principalmente due, mediante specifici macchinari che variano a seconda del tipo di prodotto ( rum, grappa, gin…).
Il primo, attraverso cui si ottiene il gin, consiste in un metodo che distilla per CONDUZIONE, e avviene attraverso caldaie alimentate a legna. Questa tipologia prende il nome di POT STILL.
Il secondo invece, dal quale si ottiene il rum o la grappa, consiste in una DISTILLAZIONE DISCONTINUA SOTTOVUOTO, attraverso alambicchi sottovuoto alimentati a legna.
Questo metodo permette di lavorare il prodotto a gradazioni più basse, consentendo al prodotto di rimanere inalterato, e mantenendo tutti i sentori morbidi e piacevoli al palato  ricordando un distillato “casalingo” artigianale.
Entrambi i metodi sono caratterizzati da un’alimentazione a legna, dove anche qui vede una cura e selezione delle materie impiegate in base alle varie fasi di distillazione.
Nella prima fase verrà utilizzato un legno più asciutto, come quello di faggio, che brucia più rapidamente. Mentre per il “cuore” del prodotto, il mastro distillatore impiega un un legno più resinoso che brucerà più lentamente -legno di quercia o ulivo- e che conferirà quindi al prodotto in lavorazione una ricchezza di profumi e maggiore aromaticità.
Nella terza e ultima fase della distillata, verrà utilizzato nuovamente un legno più asciutto.
A seguito di queste tre fase, ultimata la distillata, viene aggiunta dell’acqua DEMINERALIZZATA, tipica dei monti Peloritani, che grazie alle sue proprietà caratteristiche rendono il prodotto più ricco, diversamente da come accadrebbe con un acqua perfettamente neutra. Una volta portato alla gradazione desiderata ( nel caso del rum siamo sui 52 gradi) si passa alla fase di filtrazione. Infine, il distillato cosi ottenuto, verrà imbottigliato, etichettato e messo in distribuzione commerciale.
Alambicco all’interno della Distilleria Giovi
Forno a legna sottostante la caldaia
Acquavite dal succo della canna da zucchero
I primi alambicchi di costruzione artigianale (Giovanni La Fauci)

 


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